In occasione della 109° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, la Fondazione San Giovanni Battista ha partecipato all’incontro di approfondimento del Messaggio del Papa “Liberi di partire, liberi di restare” tenutosi giorno 28 settembre a Vittoria, nella sala delle Capriate “Gianni Molè”. L’incontro, organizzato dalla Diocesi di Ragusa, ed in particolare dall’ufficio per la pastorale delle Migrazioni, dall’ufficio per i Problemi Sociali ed il Lavoro, dalla Caritas e dal Centro Missionario diocesano, ha visto la presenza del Vescovo S.E.R. Mons. Giuseppe La Placa e il contributo di don Stefano Nastasi, rettore del seminario di Agrigento e parroco di Lampedusa dal 2007 al 2013.
I coordinatori e gli operatori dei progetti di accoglienza della Fondazione, insieme ai ragazzi ospiti dei centri, hanno accolto numerosi l’invito del Presidente e Direttore dell’ufficio per i problemi sociali ed il lavoro, Renato Meli, a condividere un pomeriggio di riflessione sul messaggio del Papa, attraverso l’ascolto delle parole e del racconto di Don Stefano Nastasi. Un intervento denso, arricchito dalla condivisione dell’esperienza di servizio del sacerdote nella parrocchia di Lampedusa, isola che rappresenta per moltissimi migranti il primo approdo al continente europeo e luogo nel quale il fenomeno migratorio manifesta tutta la sua complessità.
Il papa sottolinea come “Migrare dovrebbe essere sempre una scelta libera, ma di fatto in moltissimi casi, anche oggi, non lo è. Conflitti, disastri naturali, o più semplicemente l’impossibilità di vivere una vita degna e prospera nella propria terra di origine costringono milioni di persone a partire.”
Il papa ribadisce come il grido di sofferenza e dolore che proviene dai nostri fratelli e sorelle costretti a lasciare il proprio paese ci interpella tutti, sia nella nostra dimensione personale che in quella collettiva, e come di fronte alla complessità del fenomeno non possiamo rimanere indifferenti, ma siamo chiamati a contribuire, ciascuno per la propria parte, a costruire “comunità pronte ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare tutti, senza distinzione e senza lasciare fuori nessuno”.
La partecipazione dei ragazzi dei centri è significativa di un impegno a creare e promuovere occasioni di condivisione, riflessione e confronto, partendo dal presupposto che solo insieme e solo attraverso un atteggiamento di ascolto, libero ed aperto, saremo in grado di immaginare nuove strade e nuove soluzioni per affrontare le grandi sfide dell’accoglienza e dell’integrazione.