L’arte unisce il mondo, mentre le guerre lo dividono. Ecco perché scoprire il patrimonio artistico di un popolo può rappresentare un ponte per favorire l’incontro tra culture diverse e alimentare un cultura di pace. Quando poi a narrare le opere di un luogo è un migrante che da questo luogo è stato costretto a scappare, la vicenda assume un valore ancora più alto.
Così Sadi dal Bangaldesh, Osama dalla Tunisia, Lami dall’Egitto e Kelvin dalla Nigeria hanno vissuto un giorno speciale. Ospiti del progetto SAI “Farsi prossimo” del Libero Consorzio Comunale di Ragusa e gestito dalla Fondazione San Giovanni Battista, i ragazzi hanno incontrato gli studenti dell’Istituto comprensivo “Crispi” di Ragusa.
Occasione di questa giornata, la chiusura del progetto PON “Capiamo l’altro – Artinsieme” promosso dalla scuola. I giovani studenti delle classi primarie e secondarie sono stati accolti dal responsabile del progetto, Enrico Mallia che ha spiegato loro il sistema di accoglienza. Dunque, nell’aula studio, i partecipanti hanno assistito alla lezione tenuta dai rifugiati che hanno narrato dell’arte presente nei loro luoghi di origine. L’arte contemporanea che descrive le rivolte studentesche in Bangladesh, il Teatro romano in Tunisia che può ospitare 35 mila persone, il monastero di Santa Caterina in Egitto e le teste di Ife che si trovano in Nigeria. Un viaggio che ha permesso di ricucire distanze, di fare riappropriare i migranti di parte del loro patrimonio culturale, di potersi raccontare ed essere protagonisti di un momento di formazione reciproca. Con l’aiuto dell’insegante di Italiano Valerio Santamaria e con la mediazione di Clara Rollo, esperta della lingua dei segni, i relatori hanno superato ogni difficoltà facendo giungere un messaggio chiaro: ogni luogo racchiude storia e bellezza. Al termine della mattinata, dopo un momento di laboratorio dedicato alla creazione di bracciali seguito dall’educatrice Clara Sgarioto, un gelato e una merenda condivisa in giardino hanno suggellato un momento di gioia e di pace.
“L’obiettivo di questo PON – spiegano le docenti Biagia Accetta e Mirella Gurrieri – è proprio l’inclusione. anche se ci rivolgiamo a bambini ancora piccoli siamo certi che abbiamo permesso loro di vivere una giornata altamente formativa”.
“Siamo sempre aperti a questo genere di esperienze ed incontri – aggiunge Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – perché la sensibilizzazione del territorio, partendo proprio dalle scuole, è parte della nostra missione”.
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