Energia, vitalità, musica e danza. E se fossero anche queste le coordinate per interpretare il complesso fenomeno della migrazione? Noi ne abbiamo avuta una conferma positiva ieri sera in piazza San Giovanni a Ragusa per la festa della Giornata del Rifugiato. Sul palco la musica esplosiva e rigorosamente dal vivo dei Suddéka, band ragusana che propone musica funky e disco dei Settanta e degli Ottanta. Tra il pubblico i ragazzi, le ragazze e i bambini che si trovano in accoglienza nei progetti SAI e CAS gestiti dalla Fondazione San Giovanni Battista e tante altre persone intervenute per ascoltare il concerto e ballare al ritmo della musica. “La Fondazione – racconta Renato Meli – svolge tante attività a servizio del territorio: dal contrasto a tutte le forme di povertà all’accoglienza e integrazione dei migranti costretti a lasciare il loro paese di origine. Forti della nostra esperienza possiamo affermare che tra i principali ingredienti per costruire una comunità sana ci deve essere la volontà di volersi bene, di sapere ascoltare il cuore. Ma è altrettanto importante per tutti che ci sia la voglia di rispettare tutte le regole della società che accoglie. Se vogliamo dare vita ad una bella e sana comunità dobbiamo lavorare insieme nel rispetto reciproco”. La musica, in questo senso, ha avuto la funzione di creare armonia, divertimento e desiderio di spensieratezza. Tra le note celeberrime suonate dai Suddeka, anche un breve dj set a base di musica dance egiziana e maghrebina. Un modo per creare un ponte sonoro capace di unire mondi solo in apparenza lontani. “We are family” dei Sister Sledge, nella sua contagiosa semplicità consegna una grande verità che i presenti hanno cantato in coro. “We are family / I got all my sisters with me / We are family / Get up everybody and sing”. “Siamo una famiglia, porto tutte le mie sorelle con me. Siamo una famiglia, alziamoci e balliamo”. Applausi meritati per i componenti del gruppo: la brillante voce di Loredana Monica, il basso vibrante di Ernesto Turlà, la sapiente sezione ritmica affidata a Bruno Turlà e Raffaello La Perna, la versatile chitarra di Eugenio Iacono e, infine, la tastiera del telentuoso Simone Munzone. Musicisti generosi e capaci di riversare energia e divertimento tra i partecipanti di questa Giornata del rifugiato 2024.
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