Presentato il progetto formativo che coinvolge sessanta stranieri, chef stellati e aziende del territorio
Tre corsi di formazione per assistenti alla ristorazione per un totale di sessanta allievi. Aiuto cuoco per cucina mediterranea, aiuto pasticciere e assistente di sala sono i tre settori individuati.
Queste le principali coordinate del progetto “Competenze per un nuovo inizio” pensato ed avviato dalla Fondazione San Giovanni Battista e dall’Associazione Forma Consulting di Ragusa. Un percorso che vedrà protagonisti, come discenti, gli stranieri presenti nei progetti gestiti dalla Fondazione e, in veste di docenti, alcuni tra i professionisti più affermati del settore.
“Tra le tantissime attività della fondazione c’è anche l’accoglienza e l’integrazione dei cittadini stranieri – esordisce Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni Battista di Ragusa. Per una integrazione che sia degna di questo nome occorrono alcune cose essenziali: la conoscenza della nostra lingua, la formazione professionale che rende possibile trovare un buon lavoro senza essere sfruttati e, dunque, una casa in cui vivere.
Il nostro progetto guarda in questa direzione cercando di fare incontrare la richiesta di lavoro qualificato che giunge dalle aziende con la nostra necessità di formare i ragazzi che ci sono stati affidati in accoglienza. Ragazzi che spesso rischiano di essere vittime di caporalato e lavoro nero e che noi intendiamo aiutare. La proposta della stipula di un protocollo d’intesa non solo con Forma Consulting, ma anche alle imprese che necessitano di personale qualificato potrebbe diventare una buona prassi applicabile in tutti i territori. Il risultato di questo esperimento ci dirà se abbiamo raggiunto lo scopo. Grazie a tutti coloro che consentiranno la realizzazione del progetto, anche ai miei collaboratori cui è affidato un ruolo fondamentale per la riuscita del percorso formativo. Abbiamo messo a disposizione del corso anche dei mediatori e una insegnante LIS”.
“Per noi – aggiunge Giovanni Cascone, presidente dell’associazione Forma Consulting – è già un traguardo importante aver creato le prime condizioni per uno sviluppo del settore della ristorazione e del turismo. Siamo grati a tutti i partner per averci aiutato”.
Ai membri del Comitato scientifico Danilo Scalone e Ernesto Turlà il compito di descrivere nello specifico i contenuti del corso che verrà avviato nei prossimi giorni.
“I dati – spiega Scalone – rivelano che il settore della ristorazione è in crisi perché necessità di personale sempre più qualificato. Per questo il nostro percorso intende mettere al centro la formazione al lavoro basato sulle reali esigenze delle aziende. Non a caso sono numerose le realtà economiche del nostro territorio che hanno aderito al protocollo d’intesa che è alla base di questa progettualità”.
“Non puntiamo a creare degli chef stellati – sottolinea Turlà – ma a fornire le competenze di base che siano realmente di aiuto ai cuochi, ai pasticceri e ai responsabili di sala. Abbiamo coinvolto docenti che sono dei punti di riferimento per il settore e contiamo sul sostegno di numerose aziende che ospiteranno le lezioni in aula e, dunque, le work experience. Ogni corso, infatti, prevede una formazione frontale e un numero di ore nelle quali i ragazzi metteranno in pratica le nozioni apprese”.
Il corso è in attesa di ricevere l’attestazione “Cepas” che effettuerà le necessarie verifiche in corso d’opera per dare la certificazione dopo aver completato l’iter di verifica e certificherà le competenze solo ai discenti che supereranno gli esami finali. “Realizzare questo progetto – avverte Mario Cugno del Cepas – rappresenta una scelta coraggiosa che alza il livello della formazione e che, senza dubbio, aiuterà questi ragazzi nella ricerca del loro nuovo lavoro in Italia”.
Alla presentazione del corso erano presenti gli assessori del Comune di Ragusa Katia Pasta, con delega alla Pubblica istruzione, e Simone DIgrandi, con delega alle politiche giovanili. “Questo corso – spiega Katia Pasta – oltrepassa i confini dei singoli assessorati e risponde alle esigenze di una buona istruzione, alle necessità di politiche giovanili inclusive oltre che ai bisogni dei nostri Servizi sociali e dello sviluppo economico del territorio”.
“E’ giusto – aggiunge Simone Digrandi – dare questa opportunità a persone che hanno un vissuto drammatico alle loro spalle. È ancora più giusto fare questo attraverso un progetto che guarda agli interessi delle nostre imprese”.