Incontro con Clara Rollo, insegnante e mediatrice LIS
Comunicare in un paese straniero è la prima e principale difficoltà che incontrano i migranti. Un ostacolo che diventa ancor più grande nel caso in cui queste persone siano sorde e, dunque, impossibilitate a sentire e interpretare il linguaggio labiale.
Clara Rollo, dipendente della Fondazione San Giovanni Battista, è una docente ed interprete della Lingua italiana dei segni. La sua presenza garantisce ai ragazzi sordi provenienti da paesi stranieri di poter comunicare con tutti.
“Io sono le loro orecchie e la loro voce”. Così sintetizza con efficacia il proprio ruolo Clara.
“La LIS – spiega – non è una forma abbreviata di italiano, una mimica. La LIS è una vera e propria lingua che viaggia sul canale visivo-gestuale che consente alle persone sorde pari opportunità di accesso alla comunicazione. E’ una lingua fondamentale per tutti i sordi, e a maggior ragione per i sordi stranieri che vivono un duplice handicap: non sanno leggere il labiale italiano, non conoscono la lingua in quanto tale, non conoscono i segni italiani”.
La Fondazione da anni si impegna per garantire ai beneficiari dei progetti della rete nazionale SAI questo servizio di mediazione ed educazione.
“Poter contare su personale esperto nella LIS – afferma Renato Meli, presidente della Fondazione – vuol dire fornire uno strumento in più alle persone sorde, ma anche all’equipe del progetto. Si favorisce il dialogo e si sviluppano opportunità in più volte all’autonomia della persona. Figure come quella di Clara ci permettono di fare interloquire i ragazzi stranieri con i datori di lavoro, con i proprietari delle case in modo efficace. Nel corso degli anni abbiamo collaborato con la scuola per adulti al fine di garantire la presenza di una mediatrice durante le ore di lezione proprio per permettere a tutti di frequentare la scuola in modo pieno e proficuo”.
Nonostante la LIS sia riconosciuta come Lingua, sono molti i passi che l’Italia deve fare per garantire ad oggi una parità di accesso ai servizi per i sordi.
“Purtroppo – racconta Clara Rollo – sono ancora molte le difficoltà per l’accesso in Commissione dei richiedenti asilo sordi per mancanza di interpreti. Più in generale, in Italia il mondo degli udenti non è vicino a quello dei sordi. Dovrebbe crescere una cultura della lingua dei segni che metta in atto la legge che mira a consentire ad ogni realtà pubblica di avere la presenza di un interprete capace di abbattere le barriere sensoriali che hanno i sordi”.
Pur tra varie difficoltà, le soddisfazioni non mancano. “Affetto, riconoscenza, amicizia. Queste sono le parole che mi vengono in mente pensando al mio lavoro. Sono un operatore particolare all’interno dell’equipe. I ragazzi sordi mi aspettano per comunicare i loro problemi, le loro aspirazioni e i loro bisogni. Io spero per tutti loro che il territorio possa superare quella forma di ignoranza che tende ad evitare il problema fingendo che non ci sia. Noi, nel nostro piccolo, facciamo la nostra parte”.