Combattere la tratta degli esseri umani, scoraggiare l’immigrazione irregolare, portare a conoscenza dei rischi correlati a questa forma di migrazione. Questi gli obiettivi del progetto universitario “Ricosmigration”. Una ricerca che rientra all’interno di un programma congiunto di ricerca dottorale tra l’Università di Pisa, e l’Università di Ghent (Belgio) e che è stato selezionato tra i primi 10 progetti di ricerca Young Earth Solution Research Projects dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition.
Il progetto ha coinvolto nei giorni scorsi anche la Fondazione San Giovanni Battista di Ragusa, da anni impegnata nel settore dell’accoglienza e dell’integrazione dei richiedenti e titolari protezione internazionale.
“La Nigeria – spiegano il professore Fabio Bartolini e il dottor Obi Chinedu Temple – è ampiamente conosciuta per il suo alto tasso di emigrazione giovanile attraverso le rotte irregolari. Nonostante gli sforzi ed il rigoroso controllo delle frontiere, molti giovani hanno continuato a intraprendere un disperato viaggio in Italia attraverso il Mar Mediterraneo. Alcuni hanno perso la vita durante il tragitto, mentre coloro che sono giunti in Italia stanno incontrando innumerevoli difficoltà. Molti di
questi vivono nei centri di accoglienza, oppure sono spesso sfruttati o mendicano per strada. Nonostante ciò, molti giovani risedenti in Nigeria continuano ad accollarsi i rischi dell’immigrazione irregolare spinti dal richiamo di una nuova vita all’estero più attraente di quella nei loro villaggi. I ragazzi in età scolare nelle aree rurali sono spesso i più esposti alle immigrazioni irregolari a causa di informazioni spesso incomplete e non veritiere. Il progetto RicosMigration, pertanto, intende condurre una campagna informativa nelle scuole delle aree rurali nigeriane per informare dei rischi e della pericolosità dell’immigrazione irregolare. Inoltre, il progetto intende anche svolgere formazione rivolta al personale docente delle scuole nigeriane per sensibilizzare i ragazzi su tali pericoli”.
Una parte fondamentale del progetto prevede, dunque, una serie di interviste a testimoni diretti del fenomeno. A tale scopo l’Università di Pisa, Dipartimento di Scienze Agrarie, alimentari e Agro-ambientali ha chiesto alla Fondazione San Giovanni Battista una collaborazione specifica per permettere al dottor Chinedu Obi di svolgere delle interviste ai migranti nigeriani in Italia e con tale materiale di poter realizzare un video informativo.
“Abbiamo accolto la richiesta dell’Università di Pisa – dichiara Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – con grande attenzione ed entusiasmo. Come sempre le nostre porte sono aperte per chi intende affrontare la tematica delle migrazioni con scrupolosa attenzione e serietà. Condividiamo lo spirito della ricerca presente in questo progetto e siamo onorati di aver contribuito per quanto a noi richiesto. Lo scopo di questo progetto è particolarmente interessante proprio perché le azioni previste sono utili a prevenire l’immigrazione clandestina. Nei nostri centri ospitiamo spesso donne e uomini provenienti dalla Nigeria e possiamo confermare quanto sia complessa la situazione di queste persone, con particolare riferimento alle donne, molto spesso vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale. E’ un bene che gli studenti possano essere messi a conoscenza dei problemi e dei rischi che corrono allontanandosi dalla loro terra d’origine”.
Al termine del lavoro il dottor Chinedu Obi ha espresso gratitudine alla Fondazione San Giovanni Battista per la collaborazione messa in atto.