“Nuove radici” è un progetto che si propone di avviare al lavoro imprenditoriale cittadini stranieri già residenti in Italia ed emergenti da situazioni di sfruttamento lavorativo.
L’attività è finanziata dalla Regione Siciliana, Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Ufficio Speciale Immigrazione nell’ambito del Progetto P.I.U. Su.Pr.Eme. (Percorsi Individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento), e co-finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e dall’Unione Europea, PON Inclusione Fondo Sociale Europeo 2014-2020.
Si tratta di una delle cinque iniziative di co-housing e co-produzione finalizzate alla realizzazione di progetti pilota di agricoltura sociale innovativa che si realizzeranno mediante l’avvio di nuove imprenditorialità quale forma di accoglienza e inclusione socio lavorativa di soggetti provenienti da paesi terzi per il contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura.
Sono previste attività di orientamento e formazione degli utenti, con il fine ultimo di sviluppare in loro progettualità e autonomia verso l’autoimprenditorialità: azioni mirate per esplorare percorsi realisticamente percorribili di cooperazione e dialogo tra i diversi soggetti nel territorio, con l’obiettivo di dimostrare la fattibilità e la sostenibilità economica di soluzioni alternative al lavoro irregolare. Il progetto viene portato avanti da una partnership composta dalla Fondazione San Giovanni Battista di Ragusa, “Oxfam intercultura” e “Terre senza frontiere”.
“Non credo tanto nei progetti in quanto tali – afferma Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – quanto nei processi che possono innescare nel tempo dei reali cambiamenti proficui per il territorio. Il tema del lavoro è un tema che tocca strutturalmente la nostra nazione. Noi, per quel che ci compete, ci stiamo impegnando affinché i diritti dei lavoratori siano rispettati secondo quanto dettano sia le leggi costituzionali sia la dottrina sociale della Chiesa. Con “Nuove radici” vedremo nascere due start up che i nostri formatori accompagneranno nelle varie fasi del percorso. Emergere dal lavoro nero, infatti, non è sufficiente se non siamo capaci di offrire a queste persone una alternativa valida per la sussistenza. Sono lieto della presenza e della partecipazione delle istituzioni e delle associazioni, di OIM, di Emergency, e di tutti coloro che a vario titolo sono intervenuti perché sono certo che qualunque risultato positivo lo si raggiungerà solo camminando insieme. È nostro desiderio, oltre che dovere, dare il massimo affinché questo progetto porti frutti duraturi”.
Il progetto che avrà una durata di 6 mesi prevede attività di orientamento e formazione degli utenti, con il fine ultimo di sviluppare in loro progettualità e autonomia verso l’autoimprenditorialità: azioni mirate per esplorare percorsi realisticamente percorribili di cooperazione e dialogo tra i diversi soggetti nel territorio, con l’obiettivo di dimostrare la fattibilità e la sostenibilità economica di soluzioni alternative al lavoro irregolare.