C’è anche la Fondazione San Giovanni Battista nel sistema di rete tra enti e associazioni che darà vita ad un progetto che riguarda il mondo delle carceri. Si intitola “Sprigiona il tuo cuore”, il progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il programma punta all’interesse superiore del minore e il diritto alla relazione con il genitore. Tale diritto si estende ai genitori reclusi, le cui esigenze affettive sono considerate al pari di quelle dei figli. I vari attori dovranno promuovere la sperimentazione di un sistema strutturato e organico di presa in carico di minori e dei loro bisogni derivanti dalla condizione di “figli di detenuti”. “Sprigiona il tuo cuore”, dunque, mira a raccordarsi alle comunità locali e agli istituti penitenziari, con attenzione al loro vissuto quotidiano e ai percorsi per i detenuti. Il progetto interesserà i territori di Siracusa, Augusta e Siracusa. La rete che ha avviato il progetto è composta da Fondazione di Comunità Val di Noto, Associazione culturale “Le interferenze”, Associazione Padre Massimiliano Maria Kolbe, le case circondariali di Siracusa, Ragusa e Augusta, la cooperativa sociale Il Sorriso, la Fondazione San Giovanni Battista, Heart4Children, la società cooperativa L’Arcolaio, l’impresa sociale Passwork, gli uffici locali di Esecuzione penale esterna di Siracusa e Ragusa, i Comuni di Siracusa, Ragusa, Priolo e Augusta. Verranno promosse molte attività, come laboratori, incontri, momenti di socialità, fuori e dentro il carcere per accrescere e migliorare le relazioni, per formare il personale che opera nelle strutture ed avviare un dialogo concreto con i vari soggetti coinvolti.
“Siamo partner di questo progetto – racconta Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – che ci vede coinvolti con una serie di realtà importanti del sud est della Sicilia. Il contrasto alle povertà educative è uno dei grandi temi sui quali la Fondazione San Giovanni Battista si impegna ormai da diversi anni e siamo sicuri che questo progetto ci permetterà di accrescere le nostre competenze e, quel che più conta, ci darà modo di mettere in atto azioni concrete di sostegno alle famiglie che vivono in qualche modo il complesso mondo della detenzione. Anche in questo tipo ambito siamo chiamati a spenderci per far si che ci sia meno cultura dello scarto”.