Prende il via un corso di formazione per mamme straniere
in collaborazione con l’Asp Ragusa e il Consultorio Familiare
Non si nasce genitori, non lo si diventa in automatico con una gravidanza”. Questo il primo degli stereotipi che la dottoressa Barbara Iacono, psicologa del Consultorio familiare Asp condivide con noi. E’ il primo di una serie di incontri rivolti alle mamme ospiti dei progetti SAI “Vivere la vita” e “Famiglia amica” del Comune di Ragusa e gestiti dalla Fondazione San Giovanni Battista. Progetto che, appunto, accolgono nuclei mono parentali, donne singole e famiglie.
“Siamo spesso convinti – prosegue la dottoressa – che la gravidanza possa essere immediatamente sinonimo di amore e felicità. Nonostante ci possa essere una componente biologica che spinge verso un sentimento materno, va detto che la funzione genitoriale va appresa e allenata. La famiglia, dunque, è il luogo in cui si espleta tale funzione e dove avviene un corretto accudimento emotivo”.
Faccenda che sembra apparire più complessa per donne che non possono contare sull’appoggio dei padri e che, soprattutto, vengono da contesti sociali molto diversi dal nostro.
“Il nostro impegno – spiega la dottoressa Iacono – non deve essere quello di trasformare il loro modo di essere, ma di capire che il sistema culturale di loro provenienza è diverso dal mio. E’ giusto non giudicare, ma è necessario far capire loro che la nostra società è differente dalla loro e che ci sono delle regole che devono essere rispettate. Il nostro impegno è inserire queste donne in un preciso contesto di appartenenza”.
L’obiettivo del corso, condiviso da Fondazione San Giovanni Battista e ASP di Ragusa è proprio questo: mettere in campo una scienza servizievole che dica la verità e che sappia aiutare le mamme coinvolte.
“Abbiamo notato molto spesso – spiega Angela Distefano, coordinatrice del progetto SAI Vivere la vita – che il loro modo di essere mamme è molto differente dal nostro. Si tratta molto spesso di donne molto giovani e con un vissuto drammatico alle spalle. Per questo abbiamo sentito il bisogno di creare con il Consultorio familiare questo percorso formativo. Viviamo ogni giorno situazioni in cui la maternità è posta davanti a difficoltà enormi: coniugare il tempo del lavoro con quello dell’accudimento, adeguare le modalità del prendersi cura, informare sulle normative e sui comportamenti più idonei da tenere in ogni frangente. Ci auguriamo che questo corso possa valere da utile strumento per la crescita delle nostre ragazze”.
“Questa esperienza che prende il via oggi – conferma Renato Meli, presidente della Fondazione – è il segno di una rete territoriale che funziona e che cerca di fornire risposte ai bisogni emergenti. Siamo grati all’Asp di Ragusa per questa rinnovata collaborazione. Il nostro lavoro di operatori sociali in contesti interculturali prevede proprio la capacità di leggere i fenomeni sociali e cercare di fornire le risposte migliori a che tali fenomeni non diventino problemi ma soluzioni”.
“Oggi c’è una forte crisi della famiglia e della genitorialità – afferma il dottor Salvatore D’Amanti, responsabile del Consultorio di Ragusa – ed il concetto stesso di famiglia sembra essere in discussione. Il tema dell’intercultura è molto attuale; basti dire che nella giornata di oggi su 4 mamme 3 provengono da paesi stranieri. Il nostro compito è quello di sostenere la genitorialità e siamo contenti di avere avviato questo percorso di formazione che rientra nei nostri obiettivi di lavoro”.